Atom heart mother - Pink Floyd


In contrapposizione al post appena pubblicato qui sotto (che a dire il vero mi ha incuriosito tanto da indurmi a ricercare un pezzo on line... argh! ci sono cascato Richy!!) vorrei dare una chiave di lettura di un disco del 1970 (roba recente, insomma) che porta il marchio Pink Floyd.


"La madre dal cuore atomico" l'avevo ascoltato attraverso le porte della camera di mio fratello e naturalmente non c'avevo capito un gran chè. La cosa curiosa è che a distanza di 37 anni ho avuto un impulso così forte, vedendolo sugli scaffali di un negozio qualche settimana fa, che non ho potuto fare a meno di portarmelo a casa, affascinato da una delle più belle ed enigmatiche copertine della storia del rock.


Metterlo nel lettore è stato come averlo ascoltato ininterrottamente fino ad oggi, averlo sempre capito, sentirlo stranamente mio senza conoscerlo davvero a fondo. Poi è emersa alla distanza la sua indubbia personalità, con la stessa prepotenza che si ha quando ci si sente i più forti, i più preparati nello svolgimento del compito in classe. L'arrangiamento orchestrale della title track è quanto di più pomposo e pretenzioso sia mai stato scritto da una band, tra l'altro neppure in grado di leggere la musica, figurarsi di scrivere parti di ottoni e fiati per un'orchestra (che infatti furono composte e messe su spartito da Ron Geesin, musicista sperimentale amico di Mason).


Eppure c'è qualcosa di inarrivabile in questo cazzo di disco, capace di montare la tensione e di smontarla nel giro di qualche manciata di secondi, di sprigionare un'aurea radical-chic lucida e brillante come il sole. A mio avviso solo il pezzo terminale "Alan psychedelic breakfast" cade nel tranello dell'eccessiva carne al fuoco, tutto il resto è bilanciato: tradizione e sperimentazione, terra e aria, intelletto e istinto. E' per questo motivo che dischi del genere non rientrano nel novero dei fenomeni del momento, non possono giocare questo ruolo perchè sono fatti per andare oltre, fare da punto di riferimento musicale "tout court".

Ecco perchè oggi è come ritornare ad ascoltarlo dietro la porta della camera di mio fratello, sentirne nitidamente i singoli passaggi ritmici, gli appoggi armonici di Gilmour e gridare al miracolo senza timore di smentite



Burial - untrue

Ho resistito più volte alle lusinghe di/dei Burial. Ho resistito quando è uscito il primo album e stavo continuando la mia personale battaglia con il secondo. Le lusinghe però continuavano: "Dai ascoltami sono l'hype del momento, sono molto cool, sono un album dubstep!"

Ho cercato di resistere. Avevo sentito di sfuggita un pezzo che confermava le mie riserve: niente di nuovo, suoni già sentiti, un fenomeno montato a tavolino. E poi quel brutto nome...ma che roba è?

Pensavo di avercela fatta ma poi, ho ceduto alla tentazione. Non so neppure io come ho fatto a farmi fregare, ma la giornata era molto fredda, fuori dalla finestra grigio uniforme e dentro casa suoni gelidi di una profondità abissale.

Mi sono sentito molto cyberpunk della generazione post-rave, e di colpo ho compreso il significato della parola hyperdub, del concetto di bellezza ultraterrena e della profondità dell'assenza. Alla fine ho pianto dentro.

Un disco bellissimo.

http://www.myspace.com/burialuk
http://www.myspace.com/hyperdub
Per saperne di più sul dubstep: blowup radiozine (mp3)

Bloc Party - Where is Home? (Burial remix):