Einsturzende Neubauten - Alles wieder offen


Degli Einsturzende Neubauten posseggo solo due dischi: il loro album d'esordio ("Kollaps", 1981, entrato di diritto nella storia della musica quanto le opere di Mozart e il pop dei Beatles, che vi piaccia o no...) e questo recente "Alles wieder offen", preso da poco - quasi per curiosità - per verificare che cosa fossero ancora in grado di combinare a quasi 30 anni di distanza dal loro esordio sconcertante e folgorante.
Cazzo, sono rimasto veramente senza parole. Chiaro, non ci sono più seghe circolari (vedi foto...) o martelli pneumatici a dimostrare le origini industrial-noise, ma l'atmosfera è incredibilmente la stessa.
L'ho messo in macchina come sottofondo ad un incontro gioioso di una domenica pomeriggio e i miei passeggeri mi hanno supplicato di togliere quella musica così cupa e nera che rischiava di rovinare una giornata di sole.
Avevano ragione: è musica disperata-ispirata, talmente ossessionata dal mal di vivere da creare così elevate sensazioni di disagio da renderla per molti (ma non per tutti) insopportabile.
Questo non tanto per le i suoni (assolutamente "sopportabili" rispetto agli esordi) quanto per tutto quello che ci gira intorno... Avete presente Suspiria di Dario Argento? vi siete mai chiesti perchè è diventato un culto horror senza tempo? Forse - dico io - perchè si tratta di una favola dark, una sorta di Alice nel paese delle meraviglie a tu per tu con la Morte (rigorosamente con la M maiuscola).
Stessa cosa per questo disco: il basso stende una strato talmente denso di catrame da far sentire puzza di bitume, mentre le liriche in tedesco, con quell'inflessione cadenzata, sono in grado di portarti dritto dritto verso il tuo "worst nightmare".


Attenzione ragazzi: questo è un disco malato, una sorta di traghettatore degli inferi, di moderno Caronte.
Quando i ritmi si alzano ti sembra di entrare in trance, di perdere l'equilibrio.
Le percussioni sono agghiaccianti, marziali e l'elettronica gioca la sua parte con durezza ed efficacia.
A questo punto non mi resta che testare il viaggio degli E.N. direttamente dal vivo, ma con un unica certezza: se dovessero confermare le impressioni anche alla prova del nove allora, forse, potrei veramente decidere di cadere nella tentazione di dire che sono tra i miei cinque gruppi preferiti di sempre. In ogni caso disco grandissimo.