The Austerity Program - Black Madonna




Sorprendente e rigenerante.

Sono questi i due aggettivi a mio avviso più adatti per questo debutto sulla lunga distanza di questo anomalo duo "bass&guitar", nato per fare breccia nei cuori degli indie-noiser d'oltreoceano.

Il disco è veramente sorprendente: l'uso costante di una drum machine estremamente varia e dai tratti spiccatamente "umani" fa da possente telaio a due strumenti a corda capaci di alternare attacchi sonici a sferzate post-core.


Suoni distorti "abbastanza convenzionali" si potrebbe obiettare, ma anche i meno attenti non potranno ignorare che gli A.P. riescono a far quadrare il cerchio grazie a una fantasia di esecuzione e a una stratificazione sonora davvero poco consueti e a tratti eccitanti.

L'idea di base degli Austerity Program è quella di cercare di gestire il rumore e la tensione che ne deriva in modo tale da creare alternanza di umori e complessità di vedute all'interno di un magma sonoro fondamentalmente non molto complesso.

Risultato? scommessa vinta (e senza sbavature).

"Black Madonna" parte da dove i Big Black di Steve Albini avevano finito, aggiungendo aggressività e velocità e togliendo quel sottile strato di "militanza" anarchica che si respira nei solchi di "Songs about fucking". Giudicate voi se la cosa può essere di vostro gradimento.

A proposito del raffronto con il capolavoro dei Big Black: non fraintendetemi, anche le tracce di questo disco sarebbero adatte ad una scopata: forse però - visto l'impatto deragliante e la sensazione che il treno sonoro vada a sbattere da un momento all'altro - sembrerebbe più adatto parlare nel caso specifico di scopata multipla o di orgia da troiaio, con la differnza che qui l'orgasmo sembra non arrivare mai.

In ogni modo punterei su di loro ad occhi chiusi: la sensazione che siano davvero troppo fighi per questo periodo storico è dato dal fatto che nulla sembra spingere a favore della loro proposta, che rema prepotentemente in senso contrario.

Due pazzi di tale livello devono avere davvero qualcosa da dire, non fosse altro per la foto che vedete qui sopra che li ritrae come meglio non si potrebbe.

Forse mio disco dell'anno per il 2007.

Top 5 2007 - non solo electronic...

1) Stars - The ghost of Genova heights (dall'album "In our bedroom after the war")
2) Burial - Untrue
3) Sunshine Jones - Seven tracks in seven days
4) Quentin Tarantino's Death proof - Original soundtrack
5) Mark Ronson - Version