Come vedete continuo a battere sul made in Italy, ma questa volta le coordinate sono diverse rispetto al precedente post: conoscete (o meglio conoscevate) i texani At the drive-in? il loro miscuglio di emo e indie, hardcore e saltuarie aperture melodiche aveva fatto gridare al miracolo da più parti... qui i territori sonori si avvicinano parecchio, (soprattutto per quanto riguarda l'uso del cantato e delle ritmiche incalzanti) con l'aggiunta di alcune "trovate" alla System of a down: un mix stimolante e arguto, senza dubbio riuscito.
I DOAK cercano una loro via (per niente italiana) all'hardcore di stampo USA e lo fanno generalmente con l'uso di tastierine giocattolo lo-fi che impregnano il suono ruggente delle loro chitarre di una certa "sinistra inquietudine".
Bello, le idee ci sono, la volontà di personalizzare e di fondere più elementi musicali fa di questo "New liberalistic pleasure" un piccolo mattone nel variegato mondo hardcore, inserendosi in quel filone, a mio avviso molto stimolante, che può piacere all'indie-rocker alla Sonic Youth per intenderci... Le uniche perplessità risiedono nell'uso a volte monocorde di quelle stesse tastiere che caratterizzano per la maggior parte il suono del disco, e della stessa voce: molto hype, tipicamente hardcore... ma forse troppo sguaiata ed epilettica per non sfociare a volte - ebbene sì lo dico - nel ridicolo.
Da ascoltare, riascoltare e promuovere.
Ma i ragazzi sono sicuro che in futuro faranno di meglio, c'è da esserne certi... forse con una produzione più attenta e arguta di quella di Giulio Favero.
Sono stato più breve??? sono stato più cattivo???e che cacchio... direbbe Bart
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