Stars - In Our Bedroom After The War

Secondo wikipedia gli Stars sono un gruppo canadese di indie rock e "l'Indie rock è un genere dell’alternative rock che domina principalmente nella scena musicale underground indipendente".

Io direi che gli Stars, sono sicuramente indie (rock) e hanno fatto un gran bel disco pop. La notizia più interessante però, sempre su wikipedia, è che il cantante Torquill Campbell è apparso nelle serie televisive Sex and the city e Law and order (chissà chi era...)

Sto divagando per cui riassumo alcune cose:

  • sfruttando il fatto che è stata l'ultima novità che ho ascoltato nel 2007 "the ghost of Genova heights" è diventato il mio pezzo dell'anno 2007 (qualcuno lo potrebbe chiamare barare...)
  • è un disco che cresce con gli ascolti, fatto di piccole grande scoperte (molto indie)
  • il loro stile musicale è stato descritto come "beautiful, eloquent indie pop" (wikipedia): non so cosa voglia dire ma dopo averli ascoltati ci si può convincere che sia vero.
  • l'ultimo pezzo "in our bedroom after the war" ha arrangiamenti sontuosi ed è epico e struggente. Difficile astenersi dal cantare con i lacrimoni il ritornello "...after the waaaaaaaaaaaaaaaaaar ooooooohhhh oooooohhhhh".
  • il video qui sotto, "the night starts here", ha un basso distorto e potente molto poco indie ma con un doppio cantato molto indie.
  • mi accorgo ora che, sempre wikipedia, classifica la musica degli Stars come indie rock, pop, elettronica. Eh no, elettronica no!
http://www.arts-crafts.ca/stars/

Low - Drums and guns

Prima di acquistare “Drums and guns” possedevo soltanto un disco dei Low, vale a dire “The great destroyer” e devo dire che non mi era dispiaciuto affatto… certo non avevo fatto fatica a toglierlo dal lettore dopo qualche settimana, ma nonostante tutto avevo apprezzato una certa classe nel disporre della materia rock.

Così non mi sono fatto pregare: quando il mio pusher di dischi mi ha comunicato che avevo raggiunto l’agognata quota dei 12 cd acquistati e che quindi avevo diritto ad un disco omaggio, l’ho visto lì, impilato… forte del suo quarto posto ottenuto nella classifica di Rumore di fine anno e non ho fatto una piega: lo prendo.

Dunque si diceva… slow-core, ritmi lenti e ripiegati… leggiadria e profondità.

Immaginate la totale assenza di musica (e non stiamo parlando di minimalismo o di avanguardia) sulla quale viene stesa un’ombra di drum machine ripetuta e ripetitiva. Nient’altro.

Aggiungeteci due voci (maschile e femminile) che si cantano addosso mutando qua e là alcune tonalità come quando senti due o tre persone che cantano in coro con la ragazza più bravina che si “alza” di mezzo tono sul resto della ciurma.

Completate il tutto con dei vocalizzi fini a se stessi modello “quanto ce piace cantà bbene co’ tutta l’intonazione di ‘sti cazzi” e otterrete una canzone di “Drums and guns”.

Moltiplicate il tutto per le 13 tracce e voilà il gioco è fatto.E non venitemi a dire che i testi sono bellissimi (perché vi risponderei che sono in inglese e non li capisco, e in più -visto cotanto contenitore musicale- non ho voglia di andare a cercarli su internet per tradurli).
In definitiva: va bene sublimare e distillare i suoni per esprimere dolore ma forse, in prima battuta, sarebbe necessario metterci la musica.
Poi magari, come insegnano gli Arab Strap, tra i solchi potrebbe saltar fuori anche la sofferenza.
Quella vera.

http://www.myspace.com/low
http://chairkickers.com/