Offlaga Disco Pax + L.L.D.C.E. Live Radio Onda d'Urto (BS)


Ben tornati a tutti e scusate per l'assenza ingiustificata... ma si sa... d'estate capita di avere qualche amnesia con i blog...

In compenso non mi sono risparmiato una serie di concerti, compreso l'appuntamento fisso della Festa di Radio Onda d'Urto a Brescia, evento della durata di due settimane (all'insegna dell'antiproibizionismo) con una serie di concerti interessanti e di grande attrattiva.


Gli Offlaga non li avevo mai visti dal vivo. Mi piazzo direttamente sotto il palco, a un paio di metri dall'"ideologia a bassa intensità" di Max Collini e mi accorgo subito che gli O.D.P. sono un gruppo vero, concreto, che fa musica per comunicare che ha sostanza, cazzo.

Un po' come il tubo di toblerone ai piedi del microfono ad evocare "Cioccolato I.A.C.P." o il cioccolato dell'est lanciato a manciate al pubblico prima dell'esecuzione di un pezzo.


I pezzi iniziali non sono i miei preferiti ed escono benissimo, quindi non vedo l'ora di pregustare quelli che mi fanno impazzire: tipo "Dove ho messo la Golf?" che mi apre il cuore: bellissima, perfetta nell'esecuzione e negli equilibri come da album. Il lavoro dei due compari alle spalle di Max è enorme. Si alternano chitarre e bassi, ma anche tastiere, campionamenti, Moog.

Tutto "premeditato" e studiato nei minimi particolari, ma con una dedizione al sentimento che praticamente non ho MAI visto su un palco.

"Lungimiranza" mi apre il sorriso a 64 denti, "Sensibile" mi fa pensare che gli Offlaga attualmente sono tra i miei 5 gruppi preferiti in assoluto.

"Venti minuti" mi porta ad un passo dalle lacrime, tanto che mi guardo in giro per accorgermi se qualcuno se ne è accorto, accorgendomi a mia volta che qualcuno è nelle mie stesse condizioni emotive.


Vado al banchetto e l'unica delusione è vedere che non posso comprare nulla che già non ho... così mi accontento di comprare una spilletta da 1 euro e rimpiango di non poter sfoggiare una maglietta. Alla fine penso che questo gruppo è solo al secondo disco ed è così denso grazie al fatto che i ragazzi hanno sforato i 30 anni da un pezzo... condizione necessaria per fare un grande disco?


Sembra di no, visto che Vasco Brondi (alias Le Luci Della Centrale Elettrica) aveva aperto il concerto in compagnia di Giorgio Canali in maniera convincente.

Del disco ne ho già parlato (vedi indietro su questo stesso blog) e dal vivo le impressioni sono positive: l'unica cosa è che Vasco è più intimista e cantautorale rispetto al palco che calca, i grandi spazi non lo agevolano, così come l'essere semplicemente "due chitarre e una voce".

Lui è intenso, interpreta, urla, ricorda e pronuncia migliaia di parole e tutte quante sembrano perfette. Chiaro che stare su un palco in due è un casino, il fonico si inventa qualche giochetto effettando la voce, ma non sempre il giochetto è quello giusto.

Le canzoni rimangono, e sono enormi. Poi il live è da rivedere, magari in un piccolo club da 100 posti in piedi.

Comunque due realtà italiane che qualcuno all'estero dovrebbe invidiarci.
Alla faccia dei gruppi italiani che cantano spesso biascicando la lingua d'oltre Manica.