Gianni Mimmo & Xabier Iriondo - "Your very eyes" LIVE Malegno (BS)


Ero indeciso se proporvi il reportage del concerto dei Rage Against The Machine a Modena. In fondo si trattava di un prevedibilissimo concerto dei RATM... niente da paragonare con un altro evento tanto insolito quanto emozionante proposto dal duo Gianni Mimmo e Xabier Iriondo (ebbene sì... ero lì per lui, lo seguo da dieci anni in tutte le sue scorribande musicali e non potevo farmi mancare un aggiornamento sul suo stato di forma).


Il luogo della performance è il Museo delle Fudine di Malegno (BS) e la cornice è quella del "Clusone Jazz Festival". I due hanno certamente una formazione musicale differente (Xabier in ambito indie-rock con puntate negli spazi inesplorati dell'avanguardia e della sperimentazione, Gianni Mimmo ad occhio e croce in ambito classico e jazzistico) e si presentano il primo munito di strumenti autocostruiti di natura elettroacustica e di manufatti elettronici di misteriosa origine (più preciso non potrei essere, ve lo giuro) e il secondo di un sax soprano e di un gigantesco sax contrabbasso (ho sbirciato su internet, la mia ignoranza in materia li identificava come clarino il primo e il secondo... boh? mai visto ragazzi ve lo giuro!).


La sala è piena e il silenzio è assoluto. Entro che hanno già iniziato da qualche minuto e c'impiego un po' prima di relazionarmi in maniera non conflittuale con i suoni prodotti. I due musicisti li si sente respirare, prendere fiato, strofinare le suole sul rivestimento sintetico del piccolo palco allestito e tutto, magicamente, dopo una mezz'ora di attento ascolto, inizia a prendere forma. Il sax soprano disegna imperturbabili arabeschi jazz flirtando in maniera apparentemente distante con i suoni - a me più familiari e comprensibili - prodotti dall'ex "A Short Apnea" Iriondo e, man mano che si prosegue con il concerto, trovo progressivamente sempre più interazione tra il duo e l'ambiente che li circonda.


In un certo senso se ne appropriano gradatamente, si fanno sempre più sciolti e più propensi ad ascoltarlo e tutto il concerto sale di intensità. Non mi sorprendono affatto quindi le parole di Mimmo che espongono la necessità del duo di interagire con l'ambiente che li circonda, con la pietra (soprattutto) ma anche con il ferro, le cavità, le protuberanze naturali e non, per mixare (termine alquanto inappropriato nel caso specifico) suoni naturali e suoni prodotti dalle macchine.


L'idea è quella di una grande libertà espressiva, della necessità di esplorare territori assolutamente inesplorati, di tagliare le convenzioni e gli stereotipi musicali facendo convivere e interagire mondi distanti che hanno in realtà necessità di parlarsi per scoprirsi più vicini di quanto sembri a prima vista.

Se proprio dovessi dare un consiglio direi che forse sarebbe il caso di equilibrare maggiormante il sistema sonoro (un po' sbilanciato nell'udibilità a favore dei fiati) magari amplificando con maggiore vigore il lavoro svolto da Xabier.

Per il resto, magia allo stato puro... grandissimi...