Isis, The Austerity Program, Jacob - Live Latte+ (BS)


Serata importantissima quella di cui si racconta, soprattutto per Brescia città ma non solo: infatti è proprio nel piccolo club cittadino "Latte+" che si tiene l'unica data italiana del tour europeo degli Isis, accompagnati dai bostoniani The Austerity Program (mio disco dell'anno 2007, vedi recensione su questo stesso blog) e dai meno conosciuti Jacob.


Naturalmente ci si aspetta il tutto esaurito, che non tarda ad arrivare: un'ora prima dell'apertura c'è già un accenno di coda fuori dal locale, dove si incontrano fan provenienti anche dal sud Italia: "ciao io sono Marco... meglio conosciuto sul sito come Destroyed" "ahhhh molto piacere... sono Criminal Mad, in realtà Mario!"... insomma cose di questo tipo. C'è gente con il sacco a pelo, a testimoniare che ci sono figli di puttana che sono disposti a tutto per sentire dal vivo il proprio gruppo preferito...


Attaccano i Jacob (line-up tipicamente rock-a-tre) che propongono variazioni sul tema "Isis": lunghi strumentali marchiati a fuoco da basso-batteria che incrociano le spade con una chitarra molto effettata e diluita, insomma una sorta di moderno post-rock alla Mogwai (anche se con meno personalità) privo delle espolosioni tipiche del gruppo scozzese. In definitiva interessanti, arguti e originali grazie a quella sensazione di malinconia che pervade soprattutto la chitarra elettrica, anche se sulla lunga distanza possono avere problemi di varietà di emozioni.


The Austerity Program: si sente subito che sono fuori posto, loro hanno delle radici punk mentre Jacob e Isis hanno i loro antenati nel variegato mondo metal.

Sono solo in due: basso distorto e chitarra urticante, poi una drum machine che più bizzarra non si può. A tratti mi sembra di sentire (e vedere) gli Shellac: il chitarrista (quarantenne?) è un pazzo da internare, si sgola lontano dal microfono (che usa raramente) incitando il suo compare e se stesso a spingersi oltre, sempre più in là. La chitarra è inumana, circolare, distorta e colma di toni alti e medi fino all'eccelso.

Spaccano, e il pubblico se ne accorge e li applaude... veramente devastanti... alla fine l'ampli del basso di Calabresi (ebbene sì, italoamericano...) è cotto.

Per tutta risposta il suo compagno di neuropsichiatria stacca il jack della sua chitarra e lo mette in quello del basso che impugna, probabilmente sputtanando il proprio amplificatore e finendo l'ultimo pezzo da solo. Idolo indiscusso.


Gli Isis sono fenomenali: proprio come su disco. Perfezionisti del suono, grandi manipolatori di energie e immaginari spaziali e terreni prendono possesso del palco con le loro pedaliere di diversi metri quadri. Le sfumature sonore sono grandiose, le due chitarre sono separate in maniera netta, le parti di pianoforte accompagnano le cupe melodie, le esplosioni ancestrali e le ritmiche tooliane che li hanno resi famosi. Perfetto connubio di materia heavy a braccetto con psichedelia, grunge e indie. Per godermeli al meglio chiudo gli occhi e li ascolto per decine di minuti in questa situazione...

Perfetto, sto godendo davvero... che serata ragazzi...