Morgan, i talent show, la televisione, Simona Ventura


Sono un teledipendente.
Ebbene si.
Mi definisco un "teledipendente critico" ma i miei amici mi dicono che sono solo un coglione, un "teledipendente coglione".

Argomento Talent Show.

Inutile dire che "Amici di Maria De Filippi" lo considero piacevole quanto i sintomi dell'orchite affiancati a quello di un forte meteorismo.

Ma qui si parla di Marco "Morgan" Castoldi e di X-Factor che sono senz'altro una cosa diversa, per lo meno da valutare.

Dico subito che il programma lo guardo essenzialmente perchè in parte mi ci ritrovo: pensateci bene... avete ancora visto qualcuno vicino al mondo della musica indie così esposto in televisione?

Oh certo, abbiamo visto il concerto del 1°Maggio, qualche playback dei Subsonica, un paio di comparsate di Cristiano Godano dei M.K. per qualche improbabile duetto, Ferretti da Ferrara (sembra un gioco di parole ma non lo è) e qualcos'altro che non ricordo.

Mai però che sia stata data continuità al pensiero di chi sta dall'altra parte del music businnes.

Poi arriva X-Factor e me lo trovo lì: pronto a sdrammatizare su tutto, a puntare il dito contro la Ventura che pur di non star zitta e dar contro per partito preso confonde l'arrangiamento di un pezzo con la sua interpretazione.


Felice di dire che "Il cantautore cimiteriale" meritava di entrare nel gioco e non di essere preso per il culo da tutti come uno sfigato.


Determinato a far emergere l'esigenza di puntare su COSE NUOVE perchè nella discografia major attuale nessuno ha mai tentato quella carta.


Deciso nel dissociarsi nei confronti di un modo di cantare simile a quello di Claudio Villa e Albano, e poi... e poi...


Insomma finalmente uno che non sta zitto nella tana del lupo, pronto a esporsi in prima serata, pronto a beccarsi le bacchettate sulle dita da quel pirla di Aldo Grasso (dicesi critico televisivo, cioè meno di zero).

Morgan è sempre quello che a Sanremo è entrato sul palco a gambe divaricate imbracciando il suo basso con posa di sfida, come nessuno aveva fatto mai (solo i Placebo faranno di meglio in seguito sfasciando gli ampli della RAI, ma loro erano solo degli ospiti)

Morgan sul piccolo schermo è quello che ho seguito dal vivo e ammirato: un gran provocatore, fuori dagli schemi, un musicista con le palle e un pensatore libero. Godiamocelo finchè glielo faranno fare, chissà mai che un po' di spirito indie non infetti qualche telespettatore particolarmente propenso a farsi qualche domanda.