Hercules, Robert e i Portishead.

Recensione multipla di alcuni dischi che sto ascoltando o dovrei ascoltare, tutti all'insegna di un ritorno: di sonorità, di atmosfere, di personaggi e di nomi.

Portishead - Third
E' l'ultimo disco dei Portishead, uscito a undici anni di distanza dal precedente lavoro. Le recensioni ne parlano molto bene ma io non ho proprio voglia di ascoltarlo. E' come se domani i Soundgarden, gli Afghan Whigs, Tricky o qualche altro gruppo dei primi '90, presentassero un disco nuovo di zecca che riprende le fila del discorso interrotto oltre tre lustri fa. Per ora non sento il bisogno di fare questo tuffo nel passato, grazie.

Robert Owens - Night time stories

Il discorso è identico per Robert Owens, uno dei nomi della house di Chicago degli ultimi anni '80, ritornato con un nuovo disco dopo molti anni di assenza. Peccato però che io negli anni ottanta non mi sognavo certo di ascoltare house, per cui non corro pericolo di déjà vu. Night time stories è il disco che sto ascoltando con più interesse in questo momento: le atmosfere sono notturne, la produzione è di prestigio (Kirk de Giorgio, Charles Webster, Marc Romboy, Ian Pooley), le ritmiche, mai banali, sono funzionali alla voce calda e sensuale di Robert Owens che ci accompagna in un viaggio notturno emozionante e commovente.

Hercules and love affair - s/t
Dopo lo strepitoso singolo di qualche tempo fa è uscito il disco di Hercules and love affair. Il gruppo in questo caso è nuovo ma la musica è funk disco come se fossimo ancora negli anni '70 e i nostri armadi straripassero di levi's a zampa e collettoni over size. Il tutto è confezionato dalla produzione DFA che lascia il segno. Il disco però, a parte qualche pezzo trascinante come "Raise me up" e "Hercules theme", scorre via senza troppe emozioni. Da ascoltare in sottofondo muovendo ogni tanto il piedino a tempo. Peccato.

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