Laboratorio musicale: Cristiano Godano (Marlene Kuntz)


Ieri sera è stata una serata davvero particolare.

Sono stato infatti uno dei fortunati che è riuscito a partecipare a uno dei famigerati (e un po' misteriosi) "laboratori musicali" che Cristiano Godano, voce e chiatarra dei M.K., saltuariamente tiene qua e là in giro per l'Italia.


E' stata una maratona entusiasmante, quasi quattro ore interrotte da una pausa non più lunga di dieci minuti, nella quale sono state trattate in maniera fascinosa e sorprendentemente approfondita le tematiche legate alla distinzione tra poesia e testo di canzone e alla possibilità che quest'ultimo possa in qualche modo essere assimilato alla prima.


Detta così, mi metto nei vostri panni, sembra una gran rottura di coglioni, ma vi assicuro che ciò che ne è scaturito è tutto tranne che una cosa noiosa e fine a se stessa. Non mi sono mai interessato di poesia, ma gli elementi che la collocano vicino al testo di una canzone sono veramente molteplici, curiosi e di grande fascinazione.


Cristiano Godano si è dimostrato intellettuale attento e strabiliante, dotato di una capacità analitica fuori dal comune, ha parlato di Nabokov (autore tra gli altri di Lolita), ha citato Benedetto Croce, la Divina Commedia, Montale, Paul Valery in un turbinio di MERAVIGLIOSE immagini collegate alla parole e viceversa, dimostrandosi veramente persona dotata di una sensibilità fuori dal comune.
L'utilizzo della parola non è mai casuale, ha spiegato l'importanza della fonetica accanto al valore semantico della parola, i processi creativi dell'artista e gli artifizi che scaturiscono dall'inserimento dell'idea forte, della folgorazione che aiutano il poeta (e perchè no, il musicista) a compiere l'opera finale.


Solo una parola: è stata una figata pazzesca.

C'ho rimuginato tutta notte (fino alle tre, cazzo... non vi dico stamattina...) e mi sono lasciato trasportare dalle squisitezze linguistiche, dal gusto per il particolare e dalla meraviglia di chi riesce a cogliere aspetti che fino a qualche ora prima sembravano nascosti in chissà quale profondità.


"La poesia è un lungo esitare tra suono e significato", dice Valery.
Provate a pensarci, e se vi capita iscrivetevi ad uno di questi seminari.
Per una volta sarà come tornare indietro nel tempo e riappropiarsi della bellezza di ciò che ci sta intorno.

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