Korn - Live in Milan



Una decina di anni fa mi sono fatto una promessa: vedere dal vivo almeno una volta Shellac e Fugazi (gli unici due gruppi a potersi ancora fregiare dell'etichetta di band indipendenti) e poi chiudere il cerchio con i migliori gruppi "pesanti" del globo: Tool e Korn.


Bene, dopo aver subìto lo scioglimento dei Fugazi, aver visto per ben due volte gli Shellac e una volta i Tool, non mi rimaneva altro che assistere ad un live dei Korn, icone new-metal degli anni '90.


Sono partito per Milano un po' prevenuto, sapevo dell'assenza provvisoria di Munky (chitarra) dal tour europeo, defezione legata a motivi di salute del padre e il fatto mi aveva fatto cadere le palle in terra.
Rischiavo di vedere una cover band dei Korn, visto che Head (chitarra)e Silveria (batteria) se ne erano già andati qualche anno fa dal gruppo.


La sorpresa è stata tanta quando inspiegabilmente ho visto Munky sul palco: "che cacchio ci fa lì?" - mi sono chiesto - "il giorno prima a Pordenone non ha suonato!". Da quel momento in poi mi si è aperta una piccola parte del cuore, il "guitar sound" dei Korn c'era ed era pronto a far coppia con il basso di Fieldy e la voce di Johnatan.


Si parte con uno dei miei pezzi preferiti di sempre ("Right now") e il suono si staglia potente e nervoso. I ragazzi si danno da fare, alternano pezzi vecchi (soprattutto tratti dall'omonimo esordio del 1994) alle novità dell'ultimo "Untitled" (che mi è piaciuto veramente tanto, checchè ne dicano i fan della prima ora). Unico rammarico è il fatto che venga sottovalutato in scaletta un album come "Issues" (solo "Falling away from me" e "Somebody someone"), a mio avviso il loro migliore disco dopo l'ineguagliabile "Life is peachy".


Johnatan sembra in forma e voglioso, si è fatto inchiodare la sua asta alle assi del palco ma spesso la abbandona per far caracollare nervosamente la sua testa a tempo dei riff di Munky. La sensazione è ottima, i Korn sono spontanei non forzano l'esibizione (al contrario dei buffoni cha hanno fatto da supporto, con tanto di trampolino per i salti di un bassista-cretino) e hanno avuto l'intelligenza di aprire il ventaglio delle loro soluzioni sonore anche dal vivo, con l'introduzione di una seconda chitarra turnista in sostituzione di quella di Head, di un tastierista e un percussionista.


Chiaro che il nocciolo della questione sono sempre chitarra-batteria e voce e "Faget" sta lì a dimostrarlo: potente e dinamica. I momenti un po' più di atmosfera sono accettati volentieri da un pubblico in completa adorazione: il momento forse più emozionante è la chiusura di "Somebody someone" dove il minaccioso pubblico del Forum scaglia entrambe le braccia a più riprese verso il palco, mentre Johnatan , con lo stesso gesto, rimanda tutta l'energia che può verso i "children of the Korn". Quasi due ore di spettacolo, l'indispensabile bis di "Blind" e il sipario è calato.

Loro hanno rivoluzionato il concetto della musica pesante, l'ultima vera rivoluzione musicale in termini di tempo.

Io me ne esco dal Forum mentre mi risuonano in testa poche parole ma dal significato magnetico e profondo: "All my life, who am I... all my life who am I..."

Il segreto (e il mistero) dei Korn sta tutto lì.

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